La storia del parco nazionale delle Everglades

Come nasce il parco nazionale dell’Everglades in Florida

Un paesaggio ineguagliabile, una natura di eccezionale bellezza: il Parco nazionale delle Everglades è, senza dubbio, uno degli ecosistemi più straordinari non solo degli USA ma del mondo intero. Comprende 6000 chilometri quadrati di natura selvaggia subtropicale, situato nel sud della Florida e a pochi chilometri da Miami.

Il Parco nazionale delle Everglades è stato istituito ufficialmente il 6 dicembre 1947 e più di 70 anni dopo rimane un tesoro internazionale che attira visitatori da tutto il mondo. Ma il lavoro per preservare le Everglades è iniziato quasi 20 anni prima che il parco fosse istituito.

In questo articolo abbiamo tracciato una storia di quella che oggi è una delle più importanti riserve naturali degli Stati Uniti, dividendola in diverse epoche: dalle prime tribù ai nativi americani, dallo sviluppo agricolo al tentativo di bonifica, fino  alla conservazione dell’area e al lavoro di tutela che continua ancora oggi.

Le origini: la storia antica delle Everglades

La zona delle Everglades era abitata già 15.000 anni fa. Due grandi tribù – gli indiani Calusa e gli indiani Tequesta – vivevano come cacciatori-raccoglitori ai margini dei ricchi ecosistemi delle Everglades. Mentre i Tequesta erano inferiori numericamente, i Calusa rappresentavano la tribù più grande e potente della Florida occupando ben 50 insediamenti dal lago Okeechobee al Golfo nel sud-ovest della Florida e alle Florida Keys.

I Tequesta vivevano in diversi piccoli insediamenti nel sud-est della Florida, incluso uno alla foce del fiume Miami a Biscayne Bay. Questi nativi americani vivevano sopratutto di frutti di mare del Golfo del Messico e dell’Oceano Atlantico e di animali e piante delle vicine Everglades della Florida.

Epoca spagnola e britannica dal  1565 al 1817

Gli spagnoli si stabilirono a Pensacola e St Augustine nel 1565 e dominarono la Florida per la maggior parte dei successivi 256 anni, fino a quando la Florida divenne un territorio degli Stati Uniti nel 1821, con un breve periodo di proprietà britannica dal 1763-1784.

Durante la loro dominazione, gli spagnoli e gli inglesi non prestarono molta attenzione alle Everglades. Le consideravano una terra senza valore abbandonata da Dio, piena di animali miserabili e di pochi indiani insignificanti.

Le Everglades furono menzionate per la prima volta su alcune mappe spagnole realizzate da cartografi che non avevano mai visto la terra. Gli spagnoli avevano contatti limitati con i Calusa e Tequesta i quali, come la maggior parte delle popolazioni indigene delle Americhe, non prosperarono sotto il dominio spagnolo. Le popolazioni indiane iniziarono a diminuire fino a quando verso la metà del 1700 la maggior parte di loro abbandonò la terra.

I primi coloni e le guerre civili

Le Everglades hanno avuto una storia turbolenta e violenta negli anni dal 1817 al 1881. A quel tempo la Florida era ancora sotto il dominio spagnolo, e il governo degli Stati Uniti stava combattendo gli indiani che erano in lotta con i coloni americani. Gli Stati Uniti acquisirono la Florida dalla Spagna nel 1821, diventando ufficialmente uno Stato nel 1845.

Quando i coloni bianchi iniziarono a trasferirsi nella Florida settentrionale e centrale, e i conflitti e la violenza tra loro e gli indiani divennero un problema, il governo spostò i Seminoles – tribù che nel frattempo si era insediata in quelle terre – nelle riserve occidentali.

Gli indiani, però, si ribellarono dando vita  a tre guerre, conosciute come le Seminole Wars:

  • La prima guerra: dal 1817 al 1818.
  • La seconda guerra: dal 1835 al 1842.
  • La terza guerra: dal 1855 al 1858.

Al termine dei conflitti, la maggior parte dei Seminoles furono uccisi o trasferiti nelle riserve degli Stati Uniti occidentali. I Seminoles non si sono però mai arresi e quelli che sono sopravvissuti sono fuggiti nelle Everglades della Florida dove vivono ancora i loro discendenti.

La bonifica e le origini del Parco

Per i primi coloni, le Everglades rappresentavano potenziali terreni agricoli intorno a cui far sorgere comunità e insediamenti urbani. Nel 1800, gli speculatori incominciarono a bonificare e prosciugare le Everglades per trasformare le zone umide in terreni pronti ad essere sviluppati.

Ma fu solo all’inizio del XX secolo che gli effetti dannosi di questi interventi sull’ecosistema e le specie che vi abitavano furono evidenti.

Grazie al supporto dei primi ambientalisti, di molti scienziati e altri sostenitori, il Parco nazionale delle Everglades iniziò a delinearsi come tale sul finire degli anni Venti del Novecento. Nel 1928, l’architetto paesaggista Ernest Coe intraprese, infatti, una battaglia per l’istituzione di un parco nazionale nel sud della Florida.

La sua tenacia fu ripagata quando il Congresso approvò una legge nel 1934 per designare Le Everglades come Parco nazionale. Ci sono voluti altri 13 anni per acquisire il terreno e definire i confini del nuovo parco.

La nascita ufficiale del Parco delle Evergaldes

Istituito nel 1947 dal presidente Truman in una cerimonia a Everglades City con l’obiettivo di preservare il paesaggio naturale e prevenire l’ulteriore degrado della sua terra, delle sue piante e degli animali, l’Everglades National Park presenta oggi un ecosistema unico al mondo. La sua affascinante storia umana è profondamente intrecciata con le sue infinite paludi, dense mangrovie, palme torreggianti e la sua fauna tropicale.

Riserva della biosfera dal 1976, il parco divenne patrimonio dell’umanità il 24 ottobre 1979 nonché Palude di Interesse Nazionale dal 4 giugno 1987. Nonostante tutti questi riconoscimenti, nel 1993 venne inserito dall’UNESCO tra i patrimoni in pericolo e a rischio di estinzione.

Il parco nazionale dell’Everglades: com’è oggi

Il Parco Nazionale delle Everglades è uno dei parchi nazionali più grandi e conosciuti d’America. È stato anche il primo dei parchi americani a essere preservato non solo per le sue meraviglie paesaggistiche ma soprattutto per la magnificenza delle sue risorse biologiche. 

Le Everglades forniscono un habitat importante per numerose specie come il lamantino, il coccodrillo americano e la pantera della Florida. Il parco è stato a lungo il paradiso dei birder: è la dimora invernale di oltre 360 ​​specie diverse di uccelli. Inoltre contiene il più grande gruppo di mangrovie protette dell’emisfero occidentale.

Misteriose e belle, le mangrovie aiutano a mantenere l’acqua pulita fornendo anche riparo agli organismi marini. Durante i mesi asciutti, gli uccelli trampolieri si riuniscono qui per nutrirsi e nidificare e in estate le mangrovie forniscono la prima linea di difesa dall’erosione contro i venti e le onde delle tempeste tropicali e degli uragani.

Conclusioni

Esplorare il terzo parco nazionale più grande degli USA può essere piuttosto avventuroso. I visitatori possono andare in canoa o in kayak per centinaia di chilometri di percorsi acquatici, spostarsi in bicicletta attraverso i pini rocciosi o praticare la pesca di livello mondiale.

Se hai voglia di vivere un lato delle Everglades che la maggior parte delle persone non vede mai, allora non puoi perderti il tour delle Everglades organizzato da Miami Tour. Il nostro tour prevede anche un giro in airboat, forse il modo più divertente e interessante per visitare le Everglades.

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